Alcune settimane fa su Repubblica è apparso un articolo sul 1929 e la situazione attuale in cui si escludeva la possibilità di una crisi di tali dimensioni. Si affermava che, pur in presenza di quasi il 60%di americani che investono oggi in azioni contro l'1% di tanti anni fa',si è evitata una crisi sistemica grazie ad una iniezione di liquidità, memori dei problemi che la mancanza della stessa aveva provocato allora.
Attualità economica e crisi del 29
Ma le cose stanno andando veramente così o questa è solo una lettura superficiale di chi confonde la causa con l'effetto. Se accade un incidente a chi ama viaggiare a 200 km l'ora si può dare la colpa alla vecchina che attraversa la strada o a innumerevoli altri soggetti; la realtà è molto più semplice, a quella velocità qualsiasi imprevisto non si governa più. Quando nasce una bolla speculativadi dimensioni epocali qualsiasi provvedimento preso, a quei livelli di folle entusiasmo, non può cheprodurre gli stessi disastri. Considerare i problemi di liquidità nel 1929 la causa della crisi e non l'effetto della stessa porta poi a credere che basti una fortissima iniezione di denaro perché ogni situazione si normalizzi. Ma questi provvedimenti possono portare a situazioni ben più gravi di quelle che si vorrebbero evitare. Ma ho bisogno, prima di argomentare le mie tesi, di descrivere che cosa io intenda per bolla speculativa epocale. C'è una differenza sostanziale tra le piccole bolle speculative che puniscono solo i
pochi incauti che vi hanno creduto fino in fondo e le grandi bolle che fino ad oggi hanno sempre, ripeto sempre, chiuso un'epoca finanziaria ed economica con una fortissima distruzione di ricchezza per gran parte della popolazione. Il normale ciclo economico, che dura all'incirca 5 anni, con il suo ciclo di espansione e la breve recessione che ne segue, spesso pilotata sapientemente da un'accorta politica sui tassi, non permette la nascita di eccessivi ottimismi. La bolla sistemica per svilupparsi ha bisogno di tre elementi distinti: il tempo, l'innovazione e l'inettitudine delle autorità monetarie preposte. Può sembrare lapalissiano ma una nuova bolla di quella dimensioni può esserci solo se il tempo ha fatto
evaporare la paura delle crisi precedenti e dato la possibilità ai pavidi conigli di trasformarsi in apparenti leoni senza paura e soprattutto con tanto entusiasmo. Non a caso questi eventi si hanno ogni 60/80 anni circa. Se non ci fossero le invenzioni forse non esisterebbero le bolle speculative. Le innovazioni che rivoluzionano in maniera sensibile la vita della gente sono propeudetiche agli entusiasmi in borsa e
non solo. Nella seconda metà dell'Ottocento sono state le ferrovie, negli anni Venti le automobili
e soprattutto la radio, a cavallo del terzo millennio i computer ed Internet. Inizialmente l'irrompere
nei mercati di queste nuove società porta investitori sempre più euforici a credere a valutazioni sem-
pre più azzardate. Quando ci sono titoli che in pochi mesi moltiplicano il proprio fatturato per 10 o
per 100 e perché no a volte le proprie quotazioni per gli stessi multipli, le persone con i piedi per
terra diventano merce rara. Si tende anzi a valutare con gli stessi prezzi utili da capogiro anche so-
cietà che operano in settori maturi.
Ma non ci sarebbero queste crisi se le autorità monetarie preposte, se i governi invece di caval-
care, magari per fini elettorali, questo pericoloso e fittizio benessere, facessero il loro dovere. Ogni
bolla sistemica è stata provocata in gran parte dalla pavidità di chi avrebbe dovuto dimostrare ben
altro coraggio nel fronteggiare la situazione.
Ma veniamo ai nostri giorni e ai soggetti che contribuiscono ad una situazione che io ritengo
estremamente pericolosa. I mercati, i risparmiatori e le solite autorità monetarie.Dire che nei merca-
ti c'è stata una bolla speculativa è indiscutibile. Il Dow Jones che dai 500 punti dei primi anni '80
sale agli 11720 del 2000 lo testimonia, come lo testimonia in misura maggiore l'indice Comit che
passa dai 50 punti del 1978 ai 2250. La bolla speculativa si è sgonfiata o è ancora in corso? Mi
riesce difficile pensare che i mercati siano lontani da bolle speculative, soprattutto vedendo alcuni
indici americani così vicini ai massimi assoluti (ultimamente il D.J.è tornato vicino a 11000).
Quello che sta avvenendo, con la complicità delle banche centrali è la creazione di una seconda
bolla speculativa , stavolta sull'immobiliare, al cui confronto la situazione di pur forte squilibrio
sull'azionario diventa paradossalmente di una tranquillità assoluta.
L'11 settembre 2001 potrebbe essere ricordato non solo per l'orribile attentato di Al Quaeda, ma
per i frutti altrettanto distruttivi che la politica della Fed, tesa a fronteggiare una più che probabile
gravissima recessione, possono, da questa azione far scaturire.
Per evitare una crisi sistemica si sono inondati i mercati di fiumi di denaro a basso costo. Qui
devo fare una piccola cronistoria delle stupidaggini, minuto per minuto, dei risparmiatori negli
ultimi 20 anni. Agli inizi degli anni '80 il risparmiatore tipo investiva in titoli di stato che rende-
vano molto meno dell'inflazione. Comprare azioni ? In quel periodo con l'indice Comit a 50,di
borsa non volevano sentire parlare. Nel 1998/2000 con l'inflazione scesa anche all'1.6% ed i Btp
trentennali che ti rendevano sopra il 6%, l'imperativo categorico è stato: Via dai guadagni strimin-
ziti!(sic! )In borsa! In borsa! Con il Comit che nel frattempo, come già detto, nel 2000 era salito
fino ad un massimo di 43 volte dai minimi. Malgrado perdite consistenti per la prima volta, da
quando opero, ho visto che la maggior parte delle persone non solo non scappa dalla borsa ma
spesso media i titoli comprati a prezzi ben più alti convincendosi dell'ineluttabilità dell'investimento
azionario.
Questo è stato il comportamento del risparmiatori tipo in questi anni. Le banche centrali, la Fed
in prima fila, per evitare una crisi simile al 1929 inondano di liquidità i mercati. Cosa succede
quando agli ubriachi viene concesso altro alcol a costo zero? Lo rifiutano? O ne fanno incetta.
Praticamente è quello che è successo. L'ndebitamento delle famiglie occidentali cresce
in maniera esponenziale. Ma questa volta solo una parte è riservata all'investimento azionario, il
grosso della fetta è dovuto ai mutui ipotecari. Mentre nell'investimento azionario di solito si mette
una piccola parte di quello che si ha, nell'investimento immobiliare non solo si mettono gran parte
dei propri risparmi ma ci si indebita per i prossimi 10, 20, 30 anni.
Come ci possa essere una ripresa economica sostenibile se questa è fatta, soprattutto negli USA,
di gente che spende per 105 guadagnando però 100. Come può esserci una ripresa economica se
quasi il 25-30 % e forse anche più della popolazione ha un mutuo da pagare. Forse i premi nobel,
gli analisti, i giornalisti che affermano la sostenibilità di questa ripresa economica non sanno che chi
contrae un mutuo esce praticamente dal mercato dei consumi , niente più macchina nuova ecc. ecc.,
per la durata del debito e deve sperare che tutto fili liscio. Ma la storia ci insegna che quando una
percentuale mai vista vuole fare la stessa cosa… Altro non piccolo motivo di allarme è che più del
70% di chi contrae un mutuo lo fa , soprattutto in Italia ma la cosa si sta allargando nel mondo, a
tasso variabile. Questo perché questi geni della finanza non paghi di comprare casa sui massimi e
soprattutto non potendo permettersi un mutuo a tasso fisso, con costi superiori di almeno il 70%,
affidano il loro futuro alla speranza di una inflazione pervicacemente stabile se non addirittura in
discesa. Spiegare loro che così corrono dei grossi rischi è per loro incomprensibile e anche inutile.
Che cosa accade se il signor Rossi o mr. White non pagano il mutuo contratto? Fino a quando i
fallimenti personali restano limitati a poche persone non succede nulla. Le banche vendono la casa
degli insolventi senza alcun problema per i mercati immobiliari e per loro. La cosa cambia aspetto
se i fallimenti assumono caratteristiche di massa. In questo caso, viste le dimensioni della bolla spe-
culativa, il prezzo delle case può crollare anche dell'80% e le banche erogatrice avere un mare di
problemi. I brillanti economisti che governano l'economia mondiale sorrideranno di queste mie af-
fermazioni. Mi permetto, solo per loro che tengono " 'a capa tosta ", ricordare che una piccolissima
bolla immobiliare, se paragonata all'attuale, nel 1991/92 ha visto un calo dei prezzi dal picco mas-
simo vicino al 50% / 60% nei 5/6 anni successivi. Se tanto mi dà tanto.
Oltre a queste due bolle speculative una terza nube minaccia l'economia mondiale. Negli ultimi
25 anni con la caduta del muro di Berlino si è assistito ad un sistematico impoverimento dei ceti
medi portato avanti dai conservatori in tutto il mondo (purtroppo non solo da loro) per cui oggi il
5% degli americani possiede il 95% della ricchezza prodotta. Ciò comporta dei grossi problemi per
la democrazia e per l'economia. Vediamoli. Il padrone della mega azienda americana che neanche
in maniera tanto velata appoggia l'elezione di Bush, certo che così eviterà antipatiche sentenze per
la propria società è la punta di un'attività di lobbing che sta allontanando sempre di più gli Usa da
quella democrazia partecipata che l'aveva vista vittoriosa nei confronti del modello comunista. Ma
anche in altre parti del mondo i vari signor otto ville in un km solo vanno al potere con il consenso
di una popolazione sempre più povera e forse per questo bisognosa di sognare guadagni in borsa,
telenovelas e uomini della provvidenza.
L'America che fin dalla fine dell'Ottocento aveva varato leggi efficacissime contro i monopoli si
trova oggi quasi impotente di fronte a queste società, che con l'appoggio dei politici conservatori
fanno il bello ed il cattivo tempo Ma il monopolio porta anche delle limitazioni fortissime alle liber-
tà di tutti. Il vaccaro proprietario della vallata non solo impedisce ad altri di svolgere attività che
siano in contrasto con la sua ma a lungo andare il suo strapotere economico porta ai tentativi di
corruzione dello sceriffo e del giudice a danno degli altri cittadini. I monopoli, nei regimi socialisti
come in America Latina, portano alle dittature e alla povertà diffusa.
L'accumulazione della ricchezza in pochissime mani passa attraverso tre grandi linee. 1)La dimi-
nuzione delle tasse soprattutto per i più abbienti ; 2) La distruzione di posti di lavori ben retribuiti,
sostituiti con posti di lavoro precari (alcuni così somiglianti ai servi della gleba); 3) L'innovazione
tecnologica. Qualche buontempone in vena di scherzare spaccia per politica keynesiana la forte pro-
pensione ai tagli di tasse, soprattutto per i più ricchi, voluta dall'amministrazione americana. I mino-
ri incassi provocano un aumento del deficit statale e quando i soldi serviranno per far da volano al--
la economia saranno già stati spesi. Geniale!Nel 1933 la politica d'intervento economico di Keynes
permise, tramite grossi lavori pubblici , di bloccare la continua caduta economica dando la possibi-
lità a milioni di persone di vivere/sopravvivere, facendo ripartire così l'economia. Mi sia consentito
un esempio paradossale: dare il doppio della paga ad un operaio significa probabilmente che alla
fine del mese lo stesso avrà finito comunque i suoi soldi. Dare centinaia di milioni di dollari a Bill
Gates sotto forma di sgravi fiscali non significa la certezza che li spenda. Essendo sicuramente una
persona intelligente potrebbe per esempio ritenere i prezzi delle case troppo alti e lasciare quindi
i soldi derivanti dalla minor tassazione in banca. Ma visto che parliamo di Bill Gates mi
preme sviluppare un altro concetto. Chi avesse pensato 20/30 anni fa che l'innovazione tecnolo-
gica avrebbe sicuramente portato ad una riduzione dell'orario di lavoro per tutti sbagliava le previ-
sioni. L' avidità delle varie Marie Antoniette sparse per il mondo ha fatto si che questa risorsa della
umanità sia andata a gonfiare gli utili di pochi, mentre le condizioni economiche dei lavoratori so
no peggiorate di molto. Un operaio, con le nuove tecnologie produce molte più macchine del suo
collega di 30 anni fa, ma il suo potere di acquisto è decisamente inferiore. Anche le condizioni del
terzo mondo non hanno tratto grande beneficio da questo boom economico. Le utilitarie costruite in
occidente negli ultimi 30anni sono aumentate di quasi 20 volte , ma le materie prime con cui si fan-
no stanno raggiungendo a fatica i prezzi di allora.
Il capitalismo democratico, che della lotta ai monopoli aveva fatto la bandiera con cui aveva vin-
to contro il comunismo, quell'illuminismo geniale che aveva permesso ad Henry Ford di capire che
solo una buona paga poteva far comprare ai suoi operai le sue macchine è stato sostituito da un
nugolo di avidi idioti, supportati spesso da una destra ultra conservatrice e bigotta, che con la scusa
di esaltare il consumatore stanno distruggendo le sicurezze di milioni di lavoratori nel mondo. Non
volendo capire che sono le due facce dello stesso medaglia, che consumatore e produttore sono la
stessa persona (accusare la destra estrema di comportarsi come sua natura non è poi uno scandalo,
lo scandalo è semmai chi da sinistra scimmiotta la Tatcher come hanno fatto i vari Blair, i Dalema
ecc. L'unico che ha cercato di andare controcorrente con la riduzione dell'orario di lavoro a 35 ore,
Jospin, si è visto attaccare da tutti, sedicente sinistra europea compresa).
Le varie Telecom sparse nel mondo, non contente di pagare i propri call center a livelli di fame
li stanno trasferendo in India perché lì altri servi della gleba sono disposti a lavorare per molto me-
no. Ovviamente le bollette saranno emesse in dollari o in euro e pagate a prezzo pieno dai lavorato-
ri licenziati nel paese d'origine. Un contadino sa che per far lavorare un asino bisogna dargli la
biada, altrimenti muore . Ma gran parte degli economisti, analisti ecc. non sono contadini , al massi-
mo dei grandi somari, pagati, loro si, con troppa biada e ritengo stiano uccidendo l'economia.
Stiamo quasi alla fine di questo lungo articolo e per questo mi preme mettere a fuoco la figura
del grande timoniere, (no non sto parlando di Mao) ma di come viene definito il presidente della
Fed, il signor Greenspan. C'è gente che ha una visione estatica del personaggio, qualsiasi cosa fac-
cia è ben fatto, personalmente lo ritengo il principale responsabile dello stato di pericolo nel quale
si trova l'economia mondiale . La cosa curiosa è che userò in parte le argomentazioni prodotte dai
suoi sostenitori per dimostrare il contrario. Ci riuscirò? Starà a voi giudicarlo. Nel 1996 con le quo-
tazioni azionarie che già avevano corso abbastanza (IL Dow Jones era a 6800 punti)il governatore
se ne esce fuori con la frase"sull'esuberanza irrazionale dei mercati finanziari", alza i tassi in manie-
ra così blanda da non intaccare la speculazione in atto e solo due anni dopo, se non vado errato,
parla " di mercati che forse stanno scontando cose che noi non riusciamo a comprendere". Questa
piccola virata a 180° fa arrivare l'indice Dow Jones a 11720 punti, quasi il doppio del suo primo
appello. Questi ultimi due anni hanno permesso l'esplosione violenta della bolla speculativa, la rovi-
na finanziaria di milioni di persone che nel mondo hanno comprato le azioni sui massimi, a volte
indebitandosi per poterlo fare. Evidentemente penso cose passate di moda, ma qui credo che si
sia passato ogni limite. Non solo siamo in presenza di un governatore che fa poco o nulla per dissin-
nescare una bolla speculativa, cosa che dovrebbe essere nelle sue funzioni istituzionali, ma addirit-
tura tirarne la volata! Diamine! Essendo buono di natura ritengo si possa addebitare la cosa ad un
semplice stato di confusione mentale presente nella testa di Greenspan. Un po’ come quei rispamia-
tori che comprano sui massimi e vendono sui minimi.
Questa è la storia di un governatore che ha sicuramente sbagliato, ma che può essere stato indotto
nell'errore dallo stato di assoluta euforia che circondava i mercati finanziari.
Ma se si dà credito alle voci dei soliti bene informati, nonché estasiati sostenitori del personaggio
in questione, allora le cose debbono essere valutate con ben altra severità.
Negli ultimi tempi abbiamo letto di economisti, di premi Nobel per l'economia, di analisti che ol-
tre a dare una patente di sostenibilità alla ripresa americana, per dare più autorevolezza alle proprie
valutazioni tiravano sempre in ballo la storiella che in un anno elettorale Grenspan avrebbe fatto di
tutto per far rieleggere il presidente Bush, quindi la leva dei tassi sarebbe rimasta ferma per dìverso
tempo, ecc. ecc.
I più eruditi arrivano a fare una breve cronistoria dai tempi della sua elezione a governatore
e della macchia nera dovuta alla mancata rielezione di Bush padre - si era in tempo di elezioni e gli
Usa in recessione favorirono l'ascesa di Clinton. Spiegano, questi sapienti, ritornando ai nostri gior-
ni che capita l'antifona il nostro si sarebbe prodigato con tutti i mezzi a sua disposizione per la riele-
zione di Bush figlio. Che Greenspan sia sensibile nei confronti del potere politico può essere una
cosa vera. D'altronde il suo repentino cambio di valutazione nel 1998 avrebbe senz'altro aiutato
l'elezione di Gore , se lo stesso non avesse vanificato il tutto con l'incredibile rifiuto di ogni appog-
gio da parte del presidente uscente. Ma io vorrei chiedere a questi fini conoscitori dell'economia e
della finanza se tra i compiti di un governatore di una banca centrale ci sia anche quello di fare il
galoppino elettorale per il presidente di turno. Povera è la moneta che è difesa da simili personaggi.
Siamo alla fine della storia. Ora mi interessa capire dove ci porteranno questi comportamenti. Ab-
biamo delle spinte che da sole possono produrre un 1929 al cubo . Le bolle speculative sull'aziona-
riato, sugli immobili, la tendenza all'impoverimento del ceto medio, l'indebitamento sempre
maggiore dello stato per dare maggiori disponibilità economiche a chi non ne ha bisogno, stanno lì
a dimostrarcelo. Già alcuni governatori della Fed lo hanno dichiarato apertamente: "useremmo la
bomba atomica dei tassi se necessario". Questo significa che la possibilità di una devastante reces-
sione, con decine di milioni di disoccupati nel mondo, la fronteggeranno con un'iper inflazione stam
pando cartaccia su cartaccia.
E' probabile che di fronte ad una recrudescenza dell'inflazione si alzino i tassi in maniera tale che il
vero problema, l'indebitamento del sistema, porti lo stesso al quasi collasso e allora di nuovo via
con i soldi regalati. Se avverrà questo saremmo in presenza di spinte contrarie. Ad una fortissima
spinta recessiva dovuta all'elevato indebitamento di tutto il sistema si contrapporrà una forte spinta
inflazionistica dovuta al denaro a tassi incredibilmente bassi ( avremmo cioè la stagflazione, an-
che per lunghi periodi). Si credo proprio che si stamperà cartaccia.
L'Europa pur in presenza di grossi problemi, come l'Italia con il suo debito pubblico e la sua poli-
tica interna , si ritroverebbe in una situazione economica e sociale indubbiamente meno squilibrata
e con meno problemi per l'euro. Lo stesso non dovrebbe essere per il dollaro che dovrebbe rag-
giungere nuovi minimi e ben lontano da quelli recenti.
Siamo comunque nel campo delle ipotesi. Resta intatta la spiacevole sensazione che il Grande
Timoniere ci abbia fatto attraversare le colonne d'Ercole della nostra conoscenza economica e che
Nessuno sappia, in presenza di imprevisti, come possa evolvere questa pericolosa situazione.
Resto comunque convinto che la iper inflazione sia la cosa più probabile che accada, magari con
Un percorso niente affatto lineare. In questo caso forse ci si può salvare comprando quel metallo
giallo che un premio Nobel ha definito "barbara reliquia". E' l'unica forma di investimento che ha
attraversato indenne i millenni. Gli unici che non se ne sono accorti mai sono gli economisti e le
Banche Centrali, che lo hanno venduto o lo stanno vendendo ai minimi degli ultimi 25anni. Quando
raggiunse gli 850 $ a Londra nel 1980 non si poteva vendere, ma a 275 dollari, come fece nel 2001
La Banca d'Inghilterra era un vero affare venderlo. Questo affare si accingono a farlo altre Banche
Centrali, compresa quella , che per la storia del suo paese , ha visto la sua moneta scomparire per
ben due volte nell'ultimo secolo. Do you remember Weimar, dear Bundesbank? You don't remem-
ber? Peccato. I soldi provenienti dalla vendita delle riserve auree dicono i capi della Bundesbank
saranno destinati alla ricerca. Spero che troviate dei soldi per studiarvi la vostra storia e quello
che vi è successo negli ultimi ottantacinque anni..
MI SONO ROTTO Paolo s.b.
P.S.
E' trascorso un anno, nel frattempo sono accadute molte cose. Bush è stato rieletto, io ne ero
sicuro e ne sono contento. Ne ero sicuro perchè non ho mai visto degli sciocchi lasciare una cosa a
metà. Prima che gli stessi elettori spaventati tornino a desiderare la protezione di uno stato iper assi-
stenzialista il pendolo dovrà arrivare ai confini del liberalismo più sfrenato. Ne sono contento per-
chè la crisi economica, per me ineluttabile, è giusto travolga il partito e l 'uomo principali responsa-
bili di questo stato di cose. Nel frattempo l'oro è aumentato ed il dollaro si è indebolito di molto.
Sulle monete è come se ci trovassimo di fronte a due invalidi, mancanti entrambi di una gamba,
costretti a farsi da stampella l'un l'altro. Avrebbero tutti gli elementi per cadere, ma la debolezza
dell'uno permette il ribasso, non la rovinosa caduta dell'altro, almeno attualmente. L'euro ha dei
grossi problemi legati alla politica. Non è stato difeso da chi aveva il dovere di farlo. Le grandi na-
zioni hanno dimostrato che le leggi da loro volute valevano per gli altri non per loro; l'allargamento
della Ue senza prima costruire una casa comune con leggi che ne delineassero il funzionamento ha
fatto capire, anche agli europeisti più convinti che questa Europa l'hanno voluta i mercanti e le
grandi industrie, ma questo poco c'entra con gli europei. Ed è probabile che alla prima occasione
utile i cittadini europei, che in gran parte amano l'Europa, chiudano i conti con i burocrati.
Se a questo si aggiunge che paesi come l'Italia hanno un debito pubblico enorme e ancora più forti
problemi politici. Questi sommati alla crisi economica ed alla scellerata politica fiscale del Gover-
no possono portare ad una situazione ben peggiore dell'Argentina (d'altronde se non sbaglio la
maggioranza della popolazione argentina non è composta da furbi immigrati italiani).
Come vedete l'euro qualche problema ce l'ha.
L'altro grande malato il dollaro oltre ad avere i problemi dovuti alla bilancia commerciale, allo
indebitamento dello stato e dei cittadini americani ha il non piccolo problema della grande quantità
di asset in dollari posseduta dalle banche asiatiche. Queste non vendono dollari per paura di essere
loro stesse la causa di forti perdite sui loro investimenti in quella moneta, anzi ne continuano a
comprare ancora. Avete presente la banca che per evitare il fallimento di un cattivo cliente continua
ad erogargli Fondi? E' probabile che invece di limitare le perdite a tot perderà molto di più. O ar-
riveremo al punto in cui la moneta americana perderà la sua sovranità, essendo posseduta più da
stranieri che da cittadini Usa e l'economia USA sarà governata dalla Cina o dal Giappone?
Questo non potrà mai accadere e quando le banche centrali saranno costrette a vendere dollari o so-
lamente a non comprarne più ne vedremo delle belle.
Nel frattempo il tempo passa ed ogni giorno altre migliaia di persone nel mondo vanno in
banca, apparentemente per chiedere un mutuo per comprare casa , un'auto, una televisione. nella
realtà per comprare la corda a cui impiccare il proprio futuro e quello dell'economia mondiale.
per i prossimi anni.
Dovreste aver capito perché ne farà di strada la barbara reliquia, ma questa è già un'altra
storia.
Roma li, 5.04.2005
paolosenzabandiere