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Personalmente ho votato per il movimento 5 stelle e dopo lo
straordinario risultato delle elezioni politiche mi sono trovato d’accordo su
tutte le decisioni prese, prima tra tutte quella di non partecipare ad alcuna
forma di governo con uno dei partiti (il piddì) che di questo sfascio politico ed
economico è quantomeno corresponsabile. Ritengo che da questa crisi non se ne esce,
o meglio se ne esce solo creando un mondo diverso, più sostenibile, solidale,
eliminando queste enormi, violente disparità, di classe e generazionali, che
sono alla base di questo disastro economico. In questa luce è ovviamente
comprensibile come non sia possibile qualsiasi forma di governo con partiti che
queste difficoltà hanno appunto contribuito a formare.
Credo
che il M5S stia attraversando una crisi di crescita dovuta soprattutto
all’impreparazione della sua giovanissima, inesperta, classe politica. Tutto
bene dunque? Non proprio. Il M5S è l’esempio più eclatante di quell’eccezionale
tentativo di creare quella democrazia di base, dove uno vale veramente uno, che
però proprio per il suo successo ha bisogno di un profondo rispetto di tutti coloro
che all’interno del movimento portino avanti delle critiche non strumentali.
Mi
spiego. Se qualche neo parlamentare, attratto dal lauto stipendio, decide di
trovare pretesti per rompere con il movimento, per tenersi tutta la diaria, è
un conto. Ovviamente la sua espulsione è sacrosanta, ma non può essere cacciato
qualcuno perché critica qualcun altro, foss’anche il facente funzione di leader
maximo, ritenendolo responsabile di una debacle elettorale. Si può discutere se
la responsabilità di quanto accaduto con le amministrative sia colpa di Beppe
Grillo, ma certo scendere in alcune città della Sicilia da oltre il 20% al 3%,
qualche elemento di autocritica dovrebbe attivarlo. Il voler cacciare ogni
persona che porti avanti critiche alla strategia del movimento è, questo si, un
comportamento pericoloso.
La
democrazia di base per essere e rimanere tale, pur nel riconoscere il diverso
spessore delle persone che partecipano al movimento (ed in questo Beppe è unico,
e il M5S non dovrà smettere mai di essergli grato), non può prescindere da
quella che dovrebbe essere la sua unica legge sacra, inviolabile. Quell’uno
vale uno che non può avere deroghe, neanche se riguardano il suo
fondatore/ideatore, pena il trasformare uno stupendo tentativo di democrazia di
base in un accrocco che prima o poi
partorirà mostri, come è sempre successo a quei movimenti politici totalitari
dove il fondatore ha sempre ragione ed ogni opposizione spazzata via.
Un
esempio della pericolosità di cosa significa l’intolleranza verso ogni forma di
dissenso è data dalla particolare forma di violenza verbale presente in parte
della rete e in alcuni deputati. Definire, come fa Manlio Di Stefano, tossici i
comportamenti di chi dissente, auspicandosi che se ne vadano o vengano cacciati
dal movimento, mi fa rabbrividire. Neanche Giovannardi, il paladino delle
divise “prepotenti” sarebbe arrivato a tanto. Questi sono comportamenti loro si
tossici, che la democrazia, soprattutto quella di base, non si può permettere.
E visto
che siamo in argomento mi preme da simpatizzante del M5S analizzare certe
regole del movimento che personalmente mi suscitano forti perplessità e che a
lungo andare possono far esplodere quegli elementi di polpottismo che personalmente
intravedo e che sarebbero un dramma per il movimento e per l’Italia. Premetto
che essendo tendenzialmente un anarchico che sa governarsi da solo ogni forma
di potere, di carica elettiva, mi fa abbastanza schifo, quindi quello che dirò
non è certo per la soddisfazione di “bisogni
personali” di poltrona, che non ho mai avuto e mai avrò.
L’eccezionale ricerca di democrazia portata avanti dal M5S deve far
comprendere a tutti, e a Beppe, per primo, che tra la democrazia di base, e l’assemblearismo che tanti danni ha prodotto,
ci sono delle assonanze che bisogna comprendere bene per combatterle. E nel
movimento 5 stelle ci sono delle proposte che apparentemente sono state pensate
per evitare che i cittadini facciano della politica una professione di cui
profittare, ma che se portate al parossismo possono produrre risultati
devastanti. Le leggi, soprattutto la legge delle leggi, quella che costituisce,
fonda uno stato o un movimento, a quello stato o movimento dà l’impronta,
sempre e comunque. Ovviamente una legge
delle leggi sbagliata produrrà effetti altrettanto sbagliati.
Entriamo
nel merito. È giusto che un cittadino eletto a fare, che so, il sindaco, porti
a termine il suo mandato, senza pensare di rilanciarsi a fare altro, nei 5 anni
in cui è stato eletto. È altrettanto giusto che in quella carica ci stia per un
massimo di due mandati per evitare l’insorgere di situazioni di potere
pericolose per il buongoverno della città. Ma pensare di mandare a casa dopo
due lustri un genio della politica, dopo che ha gestito in maniera eccezionale
le giovani marmotte, il condominio e il consiglio circoscrizionale, poco più
che ventenne, lo trovo assurdo. Mettiamolo a fare altro ma se ha l’estrema
capacità di risolvere i problemi del paese e della gente non può essere messo da
parte per esaltare un pericolosissimo egalitarismo di facciata (vedremo meglio poi
perché pericoloso).
È sempre
nel solco di non formare professionisti della politica che si è deciso che i
portavoce parlamentari del movimento siano in carica per soli tre mesi. Però questa
ricerca parossistica di “cittadini” parlamentari che siano in carica per soli
tre mesi porta che nessuno svetti e prenda il sopravvento sugli altri, ma ha
delle controindicazioni grosse come una casa, devastanti. Innanzitutto può permettere
che in quella carica vadano anche imbecilli e la democrazia non può mai
permettersi imbecilli sul ponte di comando. Ovviamente se tutti i cittadini
parlamentari sono uguali ed intercambiabili, nei fatti non insostituibili, e
noi sappiamo che non è così, chi con non chalance, magari perché è il “socio
fondatore”, tiene le chiavi, le redini del movimento, magari solo perché
moltissimi militanti gli sono grati per quello che ha fatto loro, ha il potere
sullo stesso. Domanda cosa succede se il signore in questione impazzisce e
comincia a sbagliare, visto che ci sono parlamentari, così grati di esserlo per
sua volontà, che sono pronti a cacciare
tutti i tossici che lo criticano? Dove va a finire la storia che uno vale uno,
e dove va a finire la democrazia. Ma con Beppe non succederà mai! Lo spero ma
tutti dovremmo sapere che una regola sbagliata prima o poi produrrà risultati
sbagliati e una regola che permette a qualcuno di avere nei fatti, se non nella
forma, più potere, prima o poi potrà essere usata in maniera sbagliata?
Questo
non significa certo che non debbano esserci delle regole considerando soprattutto la voluta brama
profittatrice dei mascalzoni che ci hanno mal governato, ma allora c’è bisogno
di leggi che controllino che tutti, anche i più intelligenti e bravi non si
approfittino del loro ruolo per fini personali, ma non c’è certo bisogno di un mostruoso mondo livellato in cui tutti
abbiano la stessa altezza, con l’ovvietà estrema di questa teoria polpottiana
di aggiungere qualcosa ai troppo bassi e tagliare ai troppo alti. Chi si ricorda che fine
facevano coloro che portavano gli occhiali in Cambogia? Come detto ogni legge
fondante di uno stato, di un movimento poi li modella per quello che si è
seminato e questo estremo appiattimento comunitario alla lunga non può che
generare mostri, proprio l’esatto contrario di quella democrazia che si voleva,
con quelle regole, coltivare.
Quello
che è il mio più grande rammarico e che siamo, con questa crisi economica, ad
un nulla dal spazzare via per sempre questa classe politica capace solo di
inciuci sottobanco e di soddisfare i loro interessi personali creando con ciò
solo problemi al paese, e che cosa facciamo? Lanciamo al paese il messaggio che
chi non è duro e puro, chi critica è un tossico da allontanare senza
comprendere che tra quei 9 milioni che ci hanno votato sono la maggioranza
quelli sono esterrefatti per questi comportamenti. Mi sia consentita una
forzatura, una cattiveria cercata che fa capire il mio disagio, quasi una battuta.
Dire che ci dovrebbero ringraziare perché senza di noi ci sarebbe stata Alba
Dorata va bene ma cerchiamo di non importarla noi…..
Chiudo
con una riflessione nel 2008 in uno dei miei primi articoli sull’argomento, in
merito alla manifestazione del 25 aprile di Beppe a Torino chiudevo con: “Ma
non sentite il vento (arrivare ovviamente!) e centocinquanta persone a sostegno
di Beppe e per l’espulsione della senatrice Gambaro, praticamente un mega flop,
non vi fanno sentire oggi il vento? Autocritica e togliamoci quell’idea balzana
del chi non è con noi è contro di noi, che può portarci solo ad un suicidio
politico doppiamente criminale a pochi
mesi dallo spazzare, democraticamente, s’intende, il fecciume che ci ha
rovinato la vita non solo per perseguire i sui loschi interessi ma anche per la
sua incapacità di governare gli eventi. Io i ladri ed gli incapaci li voglio
mandare a casa o nelle patrie galere ma l’obiettivo si può raggiungere solo
usando l’intelligenza.
Paolosenzabandiere