27 ottobre 2014

(45) ‘A VITA E’ UN RISTORANTE? “ER CONTO”.

(45)
3/10/14
Introduzione alla lettura
 

 

La vita è un ristorante dove si c’hai fortuna

riesci a imboccà dall’unica porta bona,

servito e riverito come ‘n re, o come ‘na regina,

cor cameriere che  pe’ te se spezza sempre a schina.

 

Ma se imbocchi dall’artre, d’a porta sbajata,

te poj acchittà solo ‘na brutta giornata

e nun saprai mai, se nun ce sbatti er grugno,

qual’e er destino tuo, quale sarà er segno.

 

Lavapiatti sommerso da ‘na schiuma densa e chiara

o  solo cliente de ‘na trattoria co’ ‘na cucina bujaccara,

cor cameriere sgarbato e puro scortese

che sur tavolo t’ammolla piatti senza pretese.

 

Poi arriva sempre l’ora brutta, l’ora de pagà,

puro se hai riso o pianto, o se stavi solo a faticà

e  er cameriere che lesto lesto s’è puro smascherato

co’ l’orbite vote te porta er conto, da te vo’ l’urtimo fiato.

 

Quindi bello o bella che me stai ad ascortà

nun perde tempo a fa quello che devi fa,

strigni e chiappe o allarga e cosce, o fa un po’come te pare,

perchè quanno ariva quer conto nun potrai più recuperare.

 

paolosenzabandiere


 

 

 

7 ottobre 2014

(44) LA FAVOLA DELL’ORCO BENITACCIO E DEL GUELFO MATTEINO.

(44)
Introduzione alla lettura
07/10/14
 
 
 
 
 
Può una favola iniziare male e finire peggio?  No, non è successo in nessuna parte e non potrà mai succedere, a meno che tu non sia nato nella più bella terra al mondo, dove una maga cattiva decise di rincitrullire tutti i suoi abitanti, compreso chi perde tempo a scrivervi, come il fessoscritto. Iniziamo. Tanto tempo fa, in tempi neri, neri, l’orco Ben, il più nero degli orchi, decise, visto i tempi neri neri di istituire un salario differito. Con questo trucco pensava di aver preso due piccioni con la solita fava. Gli imprenditori avrebbero avuto credito agevolato e non era male visto i tempi, i lavoratori a fine lavoro avrebbero avuto un bel gruzzoletto, con cui integrare la pensione. Forse l’unico esempio riuscito di quel farneticar di corporazioni.
 
Passa il tempo e siamo forse alla vigilia di una altra grande crisi, forse la più grande, e il Matteino invece di lasciare le cose come stanno, per far ripartire l’economia decide di fare come neanche gli orchi farebbero, mangiarsi le sementi che erano da piantare per il domani. Bello, vero?
 
 Avete presente cosa è successo con l’euro alle mille lire che non ne valevano neanche 2000? Puff, sparite! Quanto ci vorrà a questi per fare la stessa cosa e dare al vostro salario + il TFR mensile lo stesso potere d’acquisto del  salario senza TFR? E ovvio senza TFR a fine lavoro! Questo è peggio dell’orco Benitaccio. 
  
Perché una favola deve smettere di essere favola per far comprendere? Perché credo che in giro ci siano tante zucche che non hanno possibilità di diventar carrozze e  tanti sorci che si sogneranno di diventar cavalli, e allora bisogna spiegare.
 
Il TFR è salario differito, che ti viene dato in percentuale del 70% di quanto maturato su tua richiesta, o alla fine del rapporto di lavoro. Il TFR ha una cosa di positivo,  è sempre legato ad un calcolo che nei fatti rivaluta anche quanto versato 40 anni fa e non devi sperare di aver fatto l’investimento giusto (i pochi) o paventare di aver fatto l’investimento sbagliato (i più). Quindi discreti, rivalutati e sicuri. Se io le sementi del futuro ti do la possibilità di mangiarle oggi, ottengo al contrario due pessime soluzioni.
 
Per farvi capire ancor più le cose facciamo per un attimo finta che il vostro TFR spalmato mensilmente vi veda raddoppiare il vostro stipendio, quanto ci vorrà perché le forze dell’acchiappo, le stesse che vi hanno rapinato con l’euro, vi aumentino i prezzi del doppio? E con la beffa di non avere quella bella cifretta a fine lavoro! Pure mazziati! Questo perché mentre oggi vi devono dare uno stipendio che vi faccia vivere e a fine lavoro la liquidazione differita, dopo , tutto assieme, mese per mese, ti diranno pure e che vuoi aumenti? No? Lo hanno già detto con gli 80 euro. Distratti?
 
                                                               Paolosenzabandiere